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L’Asinara è un’isola del mar Mediterraneo, situata fra il Mar di Sardegna a ovest, il Mare di Corsica a nord e l’omonimo golfo a est. Fa parte del comune di Porto Torres, in provincia di Sassari.
Morfologicamente è montuosa, con coste alte e frastagliate, tra le quali si inframmezzano spiagge, cale (come cala Arena e cala Sant’Andrea) e una vegetazione caratterizzata dalla macchia mediterranea. La conformazione costiera è varia, nella parte occidentale è alta e frastagliata, nella parte orientale più bassa, con l’interruzione di alcune spiagge.

L’isola è interamente parte del Parco nazionale dell’Asinara e dell’area marina protetta internazionale, nota come “Santuario per i mammiferi marini”.

PARCO NAZIONALE DELL’ASINARA

Il Parco nazionale dell’Asinara è un’area naturale protetta istituita con decreto il 28 novembre 1997.

I corsi d’acqua hanno carattere prevalentemente stagionale ed alimentano alcuni invasi artificiali che erano al servizio delle strutture carcerarie e del villaggio di cala d’Oliva. Presso le coste basse vicine al mare si sviluppano, durante la stagione delle piogge, dei piccoli stagni (nelle località di Fornelli, cala Sant’Andrea, cala Stagno Lungo e cala Barche Napoletane) che danno asilo ad una grande varietà di uccelli acquatici e di passo oltre che contribuire allo sviluppo della vegetazione riparia e costiera.
Lungo le coste orientali dell’isola si susseguono alcune piccole spiagge che si alternano alle coste rocciose. I piccoli scogli presso Cala Scombro di Dentro ospitano importanti colonie di marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis).

Lungo le coste rocciose si sviluppa una vegetazione alofila bassa dominata dal finocchio di mare (Crithmum maritimum), il ginestrino delle scogliere (Lotus cytisoides) ed il limonio a foglie acute (Limonium acutifolium).

Sono presenti allo stato brado molti asinelli bianchi, da cui l’isola prende il nome. Inoltre, grazie alla permanenza del carcere di massima sicurezza nell’ultimo secolo, l’Asinara è ad oggi una delle isole maggiori del mar Mediterraneo in cui vi è stato minore sfruttamento e consumo di territorio.

 

L’AREA MARINA PROTETTA

L’area marina protetta Isola dell’Asinara è un’area naturale protetta istituita nel 2002. Occupa una superficie di 10.732 ha nel mare che circonda l’isola dell’Asinara e 79,64 km di costa.
I fondali dell’Area Marina Protetta si presentano, da un punto di vista geomorfologico, molto differenti. Il versante occidentale si presenta roccioso e con pendii che sprofondano ripidamente fino alla quota batimetrica dei 50 metri. Il versante orientale, invece, è caratterizzato da fondali sabbiosi che degradano dolcemente per raggiungere, anch’essi, la profondità dei 50 metri. Le correnti marine del versante occidentale mostrano un andamento legato alla stagione, assumendo una direzione proveniente da nord-est e diretta verso sud-ovest durante l’estate, per poi invertirsi durante l’inverno. Nel versante orientale, all’interno del Golfo dell’Asinara, le correnti tendono ad assumere un moto orario, disponendosi più o meno parallelamente alla linea di costa.
Nelle scogliere costantemente sommerse vivono le aragoste, la cicala di mare, la granceola e l’astice.
Le praterie di alghe sono popolate da policheti, come lo spirografo, e da foraminiferi come Miniacina miniacea, oltre che dalla nacchera, dal riccio femmina, dal riccio maschio, dal riccio di prateria, dal cetriolo di mare, dalla stella marina spinosa e dalla stella marina rossa. A profondità di 40 metri ed oltre si trovano, lungo le pareti verticali, le gorgonie rosse.

Presso la località di Cala Reale, nei locali che un tempo furono il laboratorio batteriologico annesso alla Stazione Sanitaria Marittima, si trova il Centro del Mare, nelle cui sale sono illustrati i diversi ecosistemi che si ritrovano nel territorio dell’Area Marina Protetta.
Nella località di Fornelli si trova invece l’Ospedale delle Tartarughe, presso il quale ricevono cure veterinarie le tartarughe marine ferite o catturate accidentalmente.

STORIA

L’isola è sempre stata molto frequentata per la sua posizione baricentrica nel mare Mediterraneo; la conoscevano i fenici, nelle loro navigazioni commerciali, i greci, che la usavano come approdo lungo le rotte per la Provenza, e anche i romani, nelle loro sfortunate avventure marinaresche.

Nel Medioevo vi giunsero per primi i monaci camaldolesi, che si dedicarono alle costruzioni religiose e anche alla coltivazione dei terreni. Nel frattempo, nelle riparate baie dell’isola avevano fissato la propria dimora temporanea pirati e corsari.

Col tempo arrivarono sull’isola i pastori sardi e i pescatori liguri, che la colonizzarono sino alla fine del 1800. Però, i 500 abitanti che si erano faticosamente ambientati furono improvvisamente costretti a fare le valigie nel 1885, dalla legge firmata da Re Umberto che prevedeva l’esproprio dell’isola per la creazione di una colonia penale agricola e di una stazione sanitaria di quarantena. Durante la Prima guerra mondiale, l’isola fu utilizzata come campo di concentramento per migliaia di prigionieri serbi e austro-ungarici. Nei recenti anni ’80, la colonia penale fu trasformata in carcere di massima sicurezza e, dal 1997, in Parco Nazionale.

IL CARCERE

Durante la fase di transizione legislativa, nella quale si passa dai codici degli Stati preunitari alla promulgazione del codice Zanardelli, in Italia viene proposta l’istituzione delle Colonie Agricole, prendendo in considerazione il modello dell’isola di Pianosa (istituita nel 1858) e tra le diverse aree viene scelta in modo quasi incidentale l’isola dell’Asinara. E’ il 16 giugno 1885.

carcere-1Il regolamento delle Colonie Penali Agricole entra in vigore nel 1887 e prevedeva la suddivisione in due categorie: quelle destinate ai condannati ai lavori forzati e quelle per i condannati a tutte le altre pene.
La Colonia Penale Agricola, che divenne successivamente Casa di Reclusione, ossia luogo di soggiorno per i detenuti con condanna definitiva, era organizzata in diversi insediamenti residenziali, denominati “diramazioni” o “distaccamenti”.

Una volta arrivati sull’isola dell’Asinara, i detenuti affrontavano un colloquio con il comandante militare e dopo una prima valutazione, in base alla condanna riportata ed al tipo di reato, venivano ripartiti nelle varie diramazioni.
Ogni diramazione era una sorta di piccolo carcere, costituito dai dormitoi per i detenuti, dalla caserma e alloggi per le guardie e dalle stalle per il ricovero degli animali.
Le varie diramazioni erano dislocate in tutto il territorio dell’isola.

carcere-2A Fornelli era ubicato il carcere di massima sicurezza, ampliato alla fine dell’ottocento e utilizzato come tubercolario durante la seconda guerra mondiale.
Gli anni del carcere di massima sicurezza iniziarono il 25 giugno 1971 con l’arrivo di 15 presunti mafiosi, ai quali, nel mese di settembre, se ne aggiunsero altri 18. Con il passare degli anni il numero dei criminali aumentava sempre più e così i reclusi iniziarono ad essere destinati ad altre diramazioni e solo quelli più pericolosi restavano a Fornelli.
La sera del 2 ottobre del 1977 vi fu una ribellione molto violenta che venne sedata solo il giorno successivo. La struttura venne così rinforzata, la sorveglianza aumentata, e istituità una maggiore rigidità nei contronti dei detenuti.

Santa Maria è stata una delle diramazioni più recenti e moderne; qui veniva praticata l’agricoltura utilizzando gli aratri a trazione animale; venivano allevati cavalli, maiali, capre e vitelli. Questa diramazione veniva anche denominata “legione straniera” perché il 95% dei detenuti erano stranieri, provenienti da tutto il mondo, algerini, peruviani, portoricani, egiziani, iracheni, tutti incriminati per spaccio di sostanze stupefacenti.

A Tumbarino, in un’area priva di terreni coltivabili, si ospitavano 10-15 detenuti che avevano il compito di fare provviste di legna e carbone. Qui soggiornavano detenuti con pene molto elevate, persone condannate soprattutto per violenza carnale, i così detti “mangiabambini”, cioè i condannati per pedofilia ed altri crimini a sfondo sessuale.

Successivamente, venne utilizzato anche il “bunker” di Cala D’Oliva, un ulteriore distaccamento creato agli inizi degli anni ’80. Era composto da poche celle di sicurezza, una delle quali ospitò Totò Riina. Molti mafiosi, infatti, sono stati reclusi in questo carcere nel periodo compreso tra il 2 settembre del 1992 sino al 1995: nel 1992 vengono uccisi a Palermo i due giudici anti-mafia Falcone e Borsellino, così il Governo decide di riaprire il carcere di massima sicurezza nella diramazione di Fornelli sull’isola dell’Asinara, per rinchiudervi i detenuti per reati di mafia.

Il carcere fu poi dismesso definitivamente nel 1998, e nel 2002 l’intera isola è stata dichiarata Parco Nazionale dell’Asinara.

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Foto di Marco

ALTRI PUNTI DI INTERESSE

Oltre alle strutture che facevano parte del complesso carcerario, sull’isola è presente un ossario austro-ungarico, risalente all’epoca della prima guerra mondiale, quando i prigionieri austriaci catturati dagli italiani venivano trasferiti nel campo di prigionia che vi era stato allestito. Dei 24.000 prigionieri ospitati nel campo circa 6000 morirono di tifo e colera ed i loro resti riposano nell’ossario.

Nella località di Fornelli è stato istituito, nel 2004, l’Ospedale delle Tartarughe, allo scopo di studiare le specie e recuperare gli esemplari feriti o catturati in maniera accidentale. Svolge anche attività didattiche volte alla sensibilizzazione, alla divulgazione e all’educazione ambientale.

In località Tumbarino è invece attivo l’Osservatorio Faunistico del Parco.

Fonti: Wikipedia e ParcoAsinara.org

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